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~ Da Berlino il blog bicefalo che non parla tedesco ovvero due campagnoli veneti nella grande città.

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Archivi Mensili: novembre 2004

Bayerischer Platz

19 venerdì Nov 2004

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder

≈ 22 commenti

Lungo le strade che si diramano da Bayerischer Platz (Schöneberg) ci sono delle targhe bianche avvitate ai lampioni che raccontano di alcune discriminazioni e persecuzioni perpetrate dal regime nazista ai danni di ebrei. Nel 1933 le assicurazioni berlinesi smisero di rimborsare le spese mediche ai pazienti che si rivolgevano a medici ebrei. Un decreto del 1936 pregava i negozianti di non esporre cartelli dal “contenuto estremo” per non “spaventare gli stranieri”: “è sufficiente un’indicazione come: Gli ebrei non sono benaccetti.” 1938: i passaporti degli ebrei devono venir contrassegnati da una J; i passaporti di ebrei che non devono lasciare il paese vanno annullati. 1938: gli ebrei non possono possedere o gestire negozi di vendita al dettaglio e ditte di spedizioni. 1939: gli emigranti non possono portare con sé gioielli o altri oggetti di valore. 1939: è vietato a dentisti, odontotecnici, farmacisti, medici empirici e infermieri ebrei esercitare la propria professione. 1941: in caso di affollamento gli ebrei non possono usufruire dei mezzi pubblici. Se ci sono altri passeggeri in piedi non possono sedersi.

 

Attorno a Bayerischer Platz svolazzano e zampettano molti corvi. In nessun altro luogo qui a Berlino ne ho visti tanti. Questa mattina gettavo palline di mollica sotto un albero della Meraner Strasse dai cui rami dieci corvi mi guardavano e altrettanti arrivavano da varie direzioni per posarsi sui rami di altri alberi. “Ma quanto siete sospettosi! Scendete un attimo da quell’albero, su.” Dopo aver cosparso il marciapiedi di mollica appallottolata me ne sono andato, rinunciando a guardare un corvo da vicino e dirigendomi verso l’ufficio. Prima di aprire il portone mi sono voltato e li ho visti scendere sul pane e becchettarlo.

 

Ale

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Lupo a Parigi

14 domenica Nov 2004

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder

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Per le sue due notti a Parigi Lupo si è trovato un letto in un b&b gay hetero-friendly. Qualche giorno prima della partenza i suoi due ospiti gli hanno chiesto se poteva portargli un paio di riviste frocie berlinesi gratuite. Lui in realtà aveva già in mente di regalargli l’ultimo numero della Siegessäule. Venerdì sera quando ha preparato lo zaino ha aggiunto il numero di novembre di Sergej; Box non era in casa.

 

“Ma gli hai detto che non sei frocio?”

 

Non gliel’ha detto. Gli ospiti lo danno per scontato, immagino.

 

Prima Lupo mi ha spedito un messaggio dove diceva che non è riuscito a dirglielo. “comunque sono la classica normale senza figli. lavoro in posta, ecc.”

 

Non sempre è facile fare coming out.

 

Ale

Senza titolo 141

06 sabato Nov 2004

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder, L'upo

≈ 12 commenti

Scopro in ritardo (e da lontano) nella mia casella di posta:


“Domenica 24 ottobre 2004, verso le 2.30 del mattino, in corso Gottardo a Milano, due ragazzi mano nella mano, sono stati aggrediti e picchiati da 2 uomini gridando contro di loro: Froci e Culattoni. Uno dei due ragazzi ora è in ospedale con la mascella rotta e altre fratture. A seguito di questo grave atto di violenza omofoba, la redazione dell´Altro Martedì, trasmissione di cultura e infomazione omosessuale di Radio Popolare Milano e I Pornflakes, invitano tutti alla HAND IN HAND ACTION noi mano nella mano nella città non più bersagli ma presenze! Nella notte tra il 6 e il 7 novembre alle ore 2:00 di notte in corso San Gottardo 1 Milano”


Mano nella mano anche noi.

Senza titolo 140

05 venerdì Nov 2004

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder

≈ 3 commenti


 


Giovedì scorso al Queer Variété dello Schwarzer Kanal Gloria Viagra ha tenuto testa a un paio di poliziotti che volevano interrompere lo spettacolo continuando a cantare Under the Bridge e rivolgendo loro stizziti ammonimenti a non rompere i coglioni attorniata da due dozzine di punkettine e punkettini saliti spontaneamente sul palco all’arrivo dei verdevestiti. I poliziotti non erano poi così convinti di quello che chissà chi li aveva mandati a fare e se ne sono andati in fretta dopo che una crestata ha loro presentato un regolare “contratto d’affitto.” Lo Schwarzer Kanal è un Wagenburg (una specie di squat di camper e altre casette mobili) attualmente senza fissa dimora: sgomberato un anno e mezzo fa dallo Schillingsbrücke per far posto alla nuova sede faraonica dei Ver.di sezione Berlin-Brandenburg, per ora si è stabilito su una delle tante ex-zone di nessuno berlinesi dalle parti del Michaelkirchbrücke, tra il Kraftwerk a energia termica che illumina Potsdamer Platz e Alexander Platz e un’ex-fabbrica abbandonata di inizio secolo che negli anni ’90 ospitava party techno.


Mentre sul palco si esibivano un giocoliere, un mangiatore di fuoco e un comico nerd di Radio Eins ho chiacchierato un po’ con L.aurin e il suo nuovo moroso, acceso una sigaretta a Gloria Viagra e guardato a lungo con trasporto Pünktchen, la più bella sosia di Marlene Dietrich del mondo (con pisello ovviamente), attorniata dai soliti giovani punkettini introversi e malinconici che le parlavano a bassa voce con tanta tenerezza e cortesia, ricambiate. (C’erano comunque anche dei punk scorreggioni viziatelli arroganti decerebrati, ragazzi e ragazze, come non ne mancano mai alle manifestazioni di questo tipo.)


Sul palco durante la serata varie incarnazioni del gender fuck: drag king (i Pussycocks), drag queen e creature transgender. “Se la drag queen è pesantemente truccata e indossa vestiti e accessori squillanti sgargianti, un transgender è di solito un tizio struccato con una parrucca spettinata e un vestitino femminile tendenzialmente dimesso.” I drag king, almeno qui a Berlino, si ispirano spesso agli skater (jeans e T-shirt larghi, catenella e berrettino) e amano basette e pizzetti. Se le drag queen fanno le chanteuse, i drag king fanno le boyband hip-hop (o i rocker).


I due carrelli della spesa incendiati posizionati come bracieri all’entrata del campo verso il penultimo numero si sono spenti spontaneamente a poca distanza l’uno dall’altro alzando due colonne di fumo denso marrone.


 


Ale


 

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