Lungo le strade che si diramano da Bayerischer Platz (Schöneberg) ci sono delle targhe bianche avvitate ai lampioni che raccontano di alcune discriminazioni e persecuzioni perpetrate dal regime nazista ai danni di ebrei. Nel 1933 le assicurazioni berlinesi smisero di rimborsare le spese mediche ai pazienti che si rivolgevano a medici ebrei. Un decreto del 1936 pregava i negozianti di non esporre cartelli dal “contenuto estremo” per non “spaventare gli stranieri”: “è sufficiente un’indicazione come: Gli ebrei non sono benaccetti.” 1938: i passaporti degli ebrei devono venir contrassegnati da una J; i passaporti di ebrei che non devono lasciare il paese vanno annullati. 1938: gli ebrei non possono possedere o gestire negozi di vendita al dettaglio e ditte di spedizioni. 1939: gli emigranti non possono portare con sé gioielli o altri oggetti di valore. 1939: è vietato a dentisti, odontotecnici, farmacisti, medici empirici e infermieri ebrei esercitare la propria professione. 1941: in caso di affollamento gli ebrei non possono usufruire dei mezzi pubblici. Se ci sono altri passeggeri in piedi non possono sedersi.
Attorno a Bayerischer Platz svolazzano e zampettano molti corvi. In nessun altro luogo qui a Berlino ne ho visti tanti. Questa mattina gettavo palline di mollica sotto un albero della Meraner Strasse dai cui rami dieci corvi mi guardavano e altrettanti arrivavano da varie direzioni per posarsi sui rami di altri alberi. “Ma quanto siete sospettosi! Scendete un attimo da quell’albero, su.” Dopo aver cosparso il marciapiedi di mollica appallottolata me ne sono andato, rinunciando a guardare un corvo da vicino e dirigendomi verso l’ufficio. Prima di aprire il portone mi sono voltato e li ho visti scendere sul pane e becchettarlo.
Ale