Dopo una serie di mattine in cui il primo pensiero al risveglio era dedicato alla fine della mia illusione d’amore (cantonata) e al vuoto lasciato dalla fine del lavoro in ufficio, giovedì mattina mi sono svegliato pensando a Francesco I. Più precisamente, al fatto che mercoledì sera sono stato benedetto via radio dal nuovo papa. E a quel suo: “Buona notte e buon riposo”. Non tanto il buonasera iniziale, quanto l’augurio finale mi ha colpito. E così mi sono messo a leggere i vari articoli segnalati dalla mia gay gang di Facebook: “Quando Bergoglio ballava il tango”, le ombre inquietanti del suo passato (ma anche questo), il fatto che ha avversato l’apertura del matrimonio agli omosessuali in Argentina. Non so, pensavo, sarà il ricordo di mia nonna che mi raccontava della carezza di Giovanni XXIII. Sarà quel nome: Francesco. Saranno le lodi degli insegnanti gesuiti del mio professore di Spagnolo I all’università, che dipingeva come gran pezzi di merda ma acuti e tempranti come pochi altri, ma io ho una buona sensazione riguardo a questo nuovo papa.
Poi mi sono messo a leggere un po’ di annunci di lavoro, a rispondere a qualche vecchia mail, a leggere un articolo della taz per documentarmi per quell’articolo che vorrei scrivere da mesi. Ma andiamo un attimo a vedere chi è questo Gerhard Mayer-Vorfelder… E avanti con l’ennesima immagine buffa postata da George Takei, e nuove mail a cui rispondere, tra cui una di una ex collega che propone di organizzare un incontro tra principianti di SDL Trados e una del mio ex preferito che mi chiede consigli su cosa fare a Berlino dal 19 al 24 marzo.
Rispondi alla ex collega. Aspetta, già che ci sei, proponi un locale con connessione WLAN. A Neukölln? A Neukölln. E sfoglia il calendario mostre che usavi ai bei tempi, e i siti di Komische Oper, Deutsches Theater, Berliner Ensemble, Sammlung Boros e Me Collectors Room. E torna a pensare al papa… E ascolta un po’ di Deutschlandfunk, e guarda chi era questa Rosemarie Fendel che è morta. Ah, hanno aggiornato la rubrica! Va be’, vediamo che si dice su Planetromeo. Una telefonata con MA e poi un po’ di puzzle e un po’ di Dorothy Porter (courtesy of Cornelius) prima di andare a letto.
Oggi? Uguale, senza risveglio papale. Si inizia con Xi Jinping, una mail di qua e una mail di là, alcune vecchie, altre nuove, la sala dei pavoni del Castello di Sammezzano, Corriere.it, Treccani.it, OneLook, Monopol TV. Esci a fare la spesa e a ritirare un pacco in posta. Prepara da mangiare, nel frattempo ascolta un po’ di Deutschandfunk. Leggi la pagina Wikipedia sul Gonzo journalism, pensa a un’intervista da proporre, scrivi un post sul documentario della BBC sulla vita familiare della regina Vittoria (iniziato su YouTube qualche giorno fa e poi lasciato in sospeso). Guarda un po’ chi è Piers Brendon. Controlla: dice proprio “boil your knees in whisky”? Spedisci la scansione del certificato, ritocca la candidatura per quel lavoro che ti ha consigliato C., scrivi un post su C., magari da postare domani. Chiedi a Lupo se gli vengono in mente altri guru e poi cerca di scovare in rete il tuo ex collega greco-tedesco dei tempi di Manfredo. Controlla dove hanno pescato il tonno che hai comprato oggi al supermercato. E un paio di altre battute sul papa: sulla sua sobrietà e sui gesuiti… no, adesso non ti metti a documentarti sui gesuiti! Esci a comprare Die Welt per M. “Eh, ma vedi che anche la Bild dà lo stesso peso a Franciscus e Xi Jinping?”. Annunci di lavoro, ci sarebbe il CV tedesco da aggiornare… Comincia a studiare la rivista che ti hanno spedito dall’Italia. Scrivi a Lupo di Massimiliano Gioni e della mostra al New Museum di New York. “Ma l’album dei Sonic Youth è del ’94! …. Sì, è stato il mio primo album dei Sonic Youth e forse l’ultimo, indissolubilmente legato al mio secondo interrail, in Scandinavia: con i due americani che nell’ostello di Bodø (o Narvik?), una palestra scolastica convertita per l’estate in ostello, si annusavano a vicenda mutande e calzini sporchi per capire se potevano portarli ancora per un giorno, a tutt’oggi una delle scene più romantiche della mia vita, e io sul mio letto ad ascoltare Experimental Jet Set, Trash and No Star e a guardare questi due, mentre i miei compagni di viaggio erano fuori a giocare a calcio”. E prepara la cena, e continua a studiare la rivista. E il CV? Cena e ascolta un po’ questo Nils Bech che segnala Butt. Norvegese pure lui, guarda a volte le coincidenze. Torna un po’ a documentarti per l’articolo, va. Ecco, gli scandinavi hanno trovato il termine perfetto per l’apertura del matrimonio agli omosessuali! Non solo il termine, proprio il concetto: non si introducono i “matrimoni gay”, si rende il matromonio gender-neutral.
ADHD e name-dropping. E un grande senso di vuoto. Domani vado in palestra con Lupo e spero che il sudore faccia il miracolo.