Nel vecchio ufficio sono rimasti tre telefoni,
un fax-stampante-scanner, un paio di graffette sparse sul pavimento e un
pipistrello messicano in legno dipinto rosso e arancione che trasferiremo per
ultimo a mano nel nuovo ufficio perché è molto fragile. Tre lampade pendono dal
soffitto e due tende avvolgibili sulle finestre che danno sul parco. I suoni
rimbombano. Il bagno puzza. Scrivo un paio di mail dal laptop di Manfredo
appoggiato su un davanzale.
Nel nuovo ufficio le tre scrivanie sono
circondate da scatoloni, una cinquantina, che contengono tutti i suoi libri
d’arte, i cartolari, i cataloghi e le altre cose da ufficio. In bagno e in
corridoio non sono ancora stati montati gli interruttori. La porta del bagno
non si chiude perché la serratura è incrostata di vernice. I mobili rococò che
Manfredo ha ereditato dai genitori sono sparsi qua e là incelofanati; andranno
a costituire il salottino dove saranno ricevuti i rari ospiti.
Il nuovo ufficio si trova nel quartiere di
Wilmersdorf, più precisamente tra Schmargendorf e Friedenau. D’ora in poi ogni
mattina scenderò alla fermata di Rüdesheimer Platz e camminerò lungo Landauer
Strasse fino ad Adam-Kuckhoff-Platz (Schriftsteller, als Widerstandkämpfer
hingerichtet, 1887-1943: scrittore, giustiziato in quanto combattente della
resistenza). Lungo la strada case a tre piani con mansarda gialle, verdi, rosa,
fine ‘800/inizio ‘900, con Vorgarten:
prato all’inglese, aiuole e alberelli decorativi. Appartamenti di famiglie
benestanti, qualche pensionato e studi medici. Un Lindner che vende un’ottima
insalata di patate allo yogurt, un’enoteca, una Reformhaus (prodotti bio e
dietetici), una pralineria, un negozio di giocattoli e un calzolaio, una
pasticceria. Manfredo dice che da queste parti negli anni ’20 vivevano
intellettuali (Walter Benjamin) e dissidenti (il Kuckhoff di cui sopra?). All’estremità
due fontane: quella della prima piazza è molto grande, in pietra, con titani e
un cavallo imbizzarrito, si sviluppa su due piani ed è circondata da un
parchetto con alberi e panchine; la seconda è una fontanella circolare con puttini
in metallo, conficcata all’incrocio tra due strade trafficate.
Ale