16.05.03
“No Skin off my Ass”: il primo film della rassegna che l’Arsenal di Potsdamer Strasse dedica a Bruce LaBruce: canadese, regista, fotografo, scrittore e chissà cos’altro. Il produttore, tedesco, alla fine del discorso di presentazione ci ha chiesto: “Volete vedere la versione con l’audio sgangherato o quella con le scene di sesso tagliate?”. Il pubblico (critici cinematografici, froci solitari come il sottoscritto, tante ragazze, gay antipatici e signore del bel mondo, 3 dipendenti dell’ambasciata canadese che cofinanzia la rassegna, un’attrice tedesca del prossimo film di LaB) ha chiesto a gran voce di penalizzare l’udito e soddisfare la vista. “Lo sapevo. La versione integrale è già pronta sul proiettore”, ha concluso il cerimoniere.
Bianco e nero sgranatissimo, Super8 espanso a 16mm, doppiaggio fuori sincrono non per motivi avanguardistici ma perché gli è venuto così, ricorda i primi film di Paul Morrissey per la Factory di Warhol con un paio di eiaculazioni in più. Dietro la macchina da presa ci sono varie persone, tra cui B LaB e Gloria B. Jones, che nel film interpretano il parrucchiere punk e la sorella regista dello skinhead di cui si innamora il parrucchiere. Il film è incentrato sulla passione di quest’ultimo per le teste rasate. La colonna sonora è davvero una chicca: stupenda cover ska-core degli Operation Ivy di “These Boots Are Made for Walking”, Nico (era davvero lei?) che canta: “Deutschland, Deutschland über Alles…”, gruppi queercore che non conosco con canzoni tipo: “Slave to my Dick” e “Be a Fag!”. Una battuta da ricordare: la sorella dello skin non è contenta che il fratello sia uno skin ed è con grande soddisfazione che alla fine del film ci racconta che il parrucchiere gli ha fatto cambiare acconciatura: “He gave him a mohawk, then he gave him a blowjob”.
17.05.03, ovvero: “If it gets too boring, don’t worry, there’s a sex scene every 10 minutes”
“Super 8 ½”: secondo film di Bruce LaBruce. Meno interessante del precedente, più hard, guest star Vaginal Creme Davis (di cui non vedevo l’ora di avere un pretesto per lincare il sito: Buon Divertimento!) e il fotografo Richard Kern, 16mm, bianco e nero con ultimo atto a colori, il regista interpreta Bruce, attore e regista porno in declino, che fuma più del protagonista del film precedente: appena sveglio si accende una sigaretta ancora prima di scendere dal letto, tiene una sigaretta fra le dita mentre fa un pompino, riesce a tirare due boccate anche lavandosi i denti.
Non so se sia colpa del film, ma non mi sento molto bene.
Il discorso del produttore (ho scoperto che si chiama Jürgen Brüning) era meno ispirato: il film è stato proiettato al Sundance Film Festival e in un cinema porno della Beate Uhse qui a Berlino. Finito di parlare, il cerimoniere se ne va e prima che si abbassino le luci un signore dal pubblico si alza: sui 75, bella barba bianca, vestito di nero con una scarpetta bianca indossata tipo stola da prete, in mano un libretto e dei fiori di campo. Rivolge ai suoi compagni di sala un augurio, una specie di predica, non ho capito una parola, e poi si rimette a sedere. Ho pensato: questo è un fanatico che durante la proiezione ci farà fuori tutti con un uzi. Non l’ha fatto. Si è guardato il suo film con tutti noi tranquillo tranquillo. Che tenerezza. Che tristezza. Come dice Bruce nel film: “I feel so Joy Division”.
18.05.03
Questa sera “Hustler White”, regista presente in sala. Meno pornografico e più erotico dei precedenti (disdetta!). Se con “pornografico” intendiamo “fatto sul serio, non simulato”, allora c’è un bellissimo bacio pornografico tra B LaB e Tony Ward (protagonisti; T W è stato una fiamma di Madonna: si vede nel video di “Justify My Love”) sulla spiaggia. Vero e appassionato, seguito da scena finale (se si esclude l’immagine dopo i titoli di coda… poesia!) dei due che corrono mano nella mano sul bagnasciuga dell’oceano con gabbiani, che mi ha risollevato da un film che mi ha messo davvero tanta tristezza: sarà Los Angeles, sarà l’ambiente dei prostituti, sarà il personaggio di Piglet. Non so.
Il signor Brüning ci ha raccontato che in Germania questo film è stato distribuito nel grosso circuito e, lamentandosi della ristrettezza mentale dei suoi connazionali, ci ha informato che l’FSK (commissione tedesca per la censura cinematografica) l’ha vietato ai minori di 18 anni. Ci ha letto un estratto dal giudizio emanato dall’FSK: nel film vengono mostrate alcune pratiche sessuali che potrebbero turbare o spaventare un pubblico giovane, etero od omosessuale. Particolarmente dibattuta è stata inolte la scena in cui Tony Ward e un bambino di 2/3 anni fanno il bagnetto assieme giocando con dadi colorati e spruzzandosi d’acqua. La “censura” tedesca ha sollevato dei dubbi sulle possibili connotazioni ambigue della scena in questione. “Ora vi leggo”, ha continuato “cosa scrive invece a proposito della stessa scena l’Office of Film and Literature Classification (commissione neozelandese per la censura cine-letteraria), dopo averlo visionato per la proiezione in un festival nazionale”: la scena del bagnetto a nostro parere non dà adito ad ambiguità di interpretazione; il rapporto che unisce l’uomo e il bambino è chiaramente un rapporto di tenerezza nel quale i due giocano a un livello di parità; l’uomo partecipa con affetto e rispetto al gioco del bambino; la scena ha il pregio di presentare un’immagine positiva di un adulto gay che interagisce con un bambino. Fine citazione (a memoria). I neozelandesi, che popolo. Anche i tedeschi comunque non mi sentirei proprio di disprezzarli: in fin dei conti un bollino “18” non è questo atto esecrabile di censura liberticida. E poi che dire del fatto che una delle maggiori istituzioni di cultura cinematografica della capitale tedesca ha dedicato una retrospettiva all’opera di quest’uomo? Se fossi il signor Brüning non mi lamenterei tanto (questo lo dico perché sono abituato ad aspettarmi ben di peggio dall’Italia e quindi se fossi il signor Brüning forse mi lamenterei).
La scena di cui sopra è un chiaro riferimento a “Flesh” di P. Morrissey, dice sempre il produttore (lì era Joe Dallesandro a giocare nudo con un bambino: scena altrettanto tenera). Come Dirk Bogarde/Gustav von Aschenbachdi “Morte a Venezia” che cola tinta per capelli sulla spiaggia del Lido guardando il suo Tadzio deve aver ispirato Bruce LaBruce/Jürgen Anger, al quale in “Hustler White” succede la stessa cosa mentre amoreggia con Tony Ward. In “Super 8 ½” Bruce-attore-regista-di-film-porno dice: i critici sostengono che i riferimenti a capolavori della storia del cinema presenti nelle mie opere siano degli “hommage, collage, [e un’altra parola che finisce in –age che non ricordo]”; in realtà, “I stole those scenes. Why? Because I’m busy”. E, vagando per casa come un sonnambulo, tra pile di piatti e tazze da lavare e cumuli di mozziconi di sigaretta che neanche nel parcheggio di un qualsiasi autogrill italiano mediamente frequentato se ne trovano tante, conclude: “Un appartamento da mettere in ordine non è cosa da poco”.
Una domanda: il signor LaBruce non ha toccato una sigaretta né prima né dopo la proiezione. Eppure nell’atrio dell’Arsenal si può fumare. Ha smesso? Oppure solo i suoi alter ego cinematografici sono dei tabagisti selvaggi?
Una segnalazione: belle le cover di Shades Apart e Coil di “Tainted Love”.
Una nota: Tony Ward ha lavorato aggratis per questo film. Filantropo! E LaBruce ci ha anche raccontato che, quando lo contattò per fargli leggere la sceneggiatura, Madonna l’aveva da poco lasciato perché aveva scoperto, leggendo una cosa tipo “Esquire”, che era sposato e aveva forse anche un figlio.
Un’altra nota: quando ho raccontatoal signor LaBruce che il mio compagno di appartamento è fotografo di paesaggio, lui ha ribattuto: “Anch’io faccio fotografie [pausa] ma non di paesaggio”. Se vi capita di cercare il suo nome nel sito della galleria Peres Projects di Los Angeles…
19.05.03
“Skin Flick”, ultimo film della rassegna. Com’è che il signor Antonio Marziale non ha ancora preso me e Bruce LaBruce e ci ha caricati sulla prima nave per la Sardegna?
Non so esattamente come/cosa scrivere di questo film. È sicuramente il più bel film del regista-che-se-le-va-a-cercare, un livello nettamente superiore rispetto agli altri.
Il produttore ha parlato delle controversie che ne hanno accompagnato l’uscita, molto più cruente del solito. È stato duramente attaccato, fra gli altri, da un movimento politico di afrobritannici (è stato presentato a un festival cinematografico londinese) che l’ha giudicato razzista.
I temi trattati (con intelligenza e ironia): uno su tutti, il fascino che le figure autoritarie, il militarismo e la violenza esercitano su molti uomini gay; ma ce ne sono altri, altrettanto difficili (sto sudando): per esempio, l’omosessualità negli ambienti di estrema destra, la società multiculturale dentro e fuori i movimenti di estrema destra.
Da segnalare le poesie di Yaroslav Mogutin (poeta e giornalista russo che ha ottenuto asilo politico negli USA dopo essere stato cacciato dalla Russia, che nel film interpreta uno dei naziskin) lette dall’autore. Alcune sue opere si possono leggere qui (in russo. Qualcuno di voi sa il russo e mi fa sapere?).
Una nota: esiste anche una versione hardcore intitolata “Skin Gang”, prodotta dalla CazzoFilm di Berlino, e non dico altro, e non metto nessun link.
Un’altra nota: dopo la proiezione e uno scambio di battute pubblico-regista (fra cui l’intervento di una ragazza che ha delirato per mezz’ora sulla guerra in Iraq che, povera stella, non c’entrava molto) questa banda di folli ci ha mostrato in anteprima 20 minuti della prossima fatica del canadese: “The Raspberry Reich”. Vagamente ispirato alle avventure della RAF di Baader-Meinhof, parla di un gruppo di terroristi rossi la cui leader, convinta che alla Rivoluzione si arrivi solo partendo da una rivoluzione sessuale, obbliga i suoi compagni maschi etero a scopare tra di loro. Ok, basta.
Ringraziamenti: Ale ringrazia Camilla per avergli fatto cadere l’occhio sul programma di maggio dell’Arsenal che aveva in casa da giorni ma non aveva ancora guardato.
Bruce LaBruce ringrazia Ale per avergli regalato le proprie copie degli ultimi due “speed demon”.
Ale ringrazia Bruce LaBruce per averlo invitato al bar e si scusa per essere stato un po’ mona e non esserci andato.
Bruce LaBruce ringrazia Camilla per aver fatto la pipì non proprio sul suo zaino ma lì vicino.
Ale