• Home
  • Fu Splinder
  • Ale
  • L’upo

…

~ Da Berlino il blog bicefalo che non parla tedesco ovvero due campagnoli veneti nella grande città.

…

Archivi Mensili: Mag 2003

“Meine Damen und Herren, Mesdames et Messieurs, Ladies unt Gentlemen”

31 sabato Mag 2003

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder

≈ 6 commenti

Dopo mesi e mesi di assenza (tutto l’inverno e gran parte della primavera) oggi è ricomparso nel nostro giardino il gatto Mace.

Mace deve il proprio nome al figlio grande della famiglia Dankic (nostri vicini di pianerottolo e giardino). Dankic figlio grande, quando vuole coccolarsi Mace, agita la scatola di crocchette dalla finestra della cucina e urla: “macjet!”, che prosumo significhi “micetto” nella sua lingua. Per noi è Mace.

Mace che uccide i passeri, gioca per ore con i cadaverini e poi ce li regala. Mace che si arrampica con le unghiette sul tappeto steso di mamma Dankic. Mace che mangia le mosche al volo. Mace che si nasconde tra le piante che crescono spontaneamente nel nostro giardino e tende gli agguati a Lupo che fotografa. Mace che quando lasciamo le finestre aperte si fa i giretti per casa nostra. Mace senza padroni, saltellante, sano come un pesce. E noi stupidi che ti credevamo morto o adottato da qualche losco figuro della Weserstrasse.

Farà compagnia a Camilla.

Ale

Ecumenico eccetera – Ökumenisch und so weiter

30 venerdì Mag 2003

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder

≈ 2 commenti

Ieri esco per andare in posta. A due terzi del tragitto realizzo che la troverò sicuramente chiusa: tutti i negozi hanno le saracinesche abbassate, anche quelli gestiti da turchi. “Strano, durante le festività tedesche i turchi di solito tengono aperto”. Me ne torno a casa e cerco con Google: “29. Mai Feiertag” (29 maggio giorno festivo).

Nella prima pagina trovata (un forum di insegnanti di tedesco che discorrono delle festività della propria patria d’origine) due turchi raccontano che il 29 maggio 1453 il sultano Fatih conquistò Costantinopoli e la ribattezzò Istanbul. Ok, questo forse spiega perché i negozi turchi fossero chiusi. Ma i tedeschi? Che si tratti del Kirchentag?

Berlino ospita dal 28 maggio al 1° giugno il primo Kirchentag (letteralmente, “giorno della chiesa”: si svolge ogni anno in una città diversa) ecumenico: cattolici e protestanti discutono per la prima volta assieme di temi come bioetica, media e violenza, diritti sociali, giovani, comunione ecumenica (tema scottante), ecc. Si prevede l’arrivo di 200.000 persone.

Penso a quella signora di Monaco conosciuta in treno mesi fa che mi raccontava dei problemi avuti in passato in quanto evangelista in una città cattolica: “Una volta dovetti rifiutare un ottimo posto di lavoro perché il direttore mi avrebbe assunta solo se mi fossi convertita al cattolicesimo. Ma che scherziamo?, gli dissi”. La situazione, continuò, è poi decisamente migliorata negli anni: “Ora ci sono chiese cattoliche ed evangeliche dove credenti di entrambe le confessioni possono celebrare assieme l’eucaristia. Io vado spesso in una chiesa cattolica vicino casa a ricevere la comunione”.

Guardo l’orologio: devo incontrare Nadine. Chiederò a lei.

Nadine mi spiega che oggi si celebra “Jesu Himmelfahrt” (“il viaggio in cielo di Gesù”: nella mia testa appare l’immagine di Astroboy). Guardo nella mia agendina (mi spiega, signor Google, perché non l’ho fatto prima?): Ascensione (Astroboy sparisce).

Tutto torna.

“No, non c’entra con il Kirchentag. Hai visto quanta gente?”

“No”.

“In questi giorni vedrai un sacco di persone con un fazzoletto attorno al collo tipo boyscout. Sono qui per il Kirchentag”.

“Creepy”, penso.

Tornando a casa passo per il Görlitzer Park. C’è più gente del solito: famiglie turche e gruppi di amici che fanno il barbecue, come di domenica, e tedeschi ubriachi a iosa.

Alle 23.30 incontro Laurin alla Samahaus di Friedrichshain. È la prima volta per entrambi che partecipiamo ad una festa della Black Girls Coalition.

La BGC è un’associazione no profit che fornisce assistenza legale, corsi di tedesco e informazioni riguardo a problemi vari (burocratici, lavorativi, ecc.) che uno straniero che si trasferisce a Berlino si trova bene o male sempre a dover affrontare. Per poter fornire gratuitamente questi servizi, le ragazze della BGC organizzano feste e serate di musica e spettacolo per raccogliere soldi e per far incontrare tedeschi e stranieri “con uno stile di vita alternativo”, come dicono nel loro volantino, nel quale si legge anche: “La BGC è nata a NYC nel 1994 come gruppo di catering per afroamericani… era un luogo dove le persone potevano riunirsi con altri che la pensassero come loro; diventò una casa lontano dalla propria casa d’origine, un posto dove potevi essere te stesso. Questo concetto viene ora portato avanti a Berlino dalla fondatrice, Miss Paisley Dalton”. P D è una drag queen nera altissima e magrissima, molto simpatica, che lavora anche come dj in diversi locali della città.

La festa si svolgeva in un miniappartamento trasformato in locale: una pista da ballo (salotto), un baretto (camera da letto), una cucina (cucina) e un bagno (bagno). Tutte le feste della BGC si svolgono lì, contravvenendo, credo, a tutte le possibili norme che regolano la gestione dei locali pubblici: c’è una finestra nella camera da letto e una in bagno (piiiccole), per uscire ed entrare devi scavalcare decine di persone, le bevande si consumano in simpatici vasetti di marmellata. Che meraviglia.

Io e Laurin stavamo un po’ dentro e un po’ fuori (per respirare, ogni tanto). Abbiamo conosciuto diverse persone, constatando che rispetto ad altri locali froci di Berlino qui la gente non se la tira per niente. Che bello. Sarà che la cosa è gestita principalmente da americani, ma la lingua ufficiale della serata era l’inglese e non (come spesso accade qui, guarda un po’ te) il tedesco. Abbiamo chiacchierato, era da tanto che non ci vedevamo io e Laurin, e tra le altre cose gli ho raccontato delle mie indagini sul 29 maggio. Il mio amico mi ha allora fornito la spiegazione che mi mancava perché tutto davvero tornasse:

“In Germania il giorno dell’Ascensione coincide con la festa del papà, che a Berlino si chiama “Herrentag” [giorno dei signori/degli uomini]. Si festeggia così: bevendo più birra del solito. Se ti è capitato di fare un giro, soprattutto per i parchi, oggi avrai sicuramente visto gruppi di uomini (le donne sono bandite dai festeggiamenti) andare in giro ubriachi marci con delle casse di birra in mano”.

“Ah, ecco perché”.

Ale

“It’s sizzling blood and the unholy stench of murder”

25 domenica Mag 2003

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder

≈ 6 commenti

Lo Zoologischer Garten nasce da un progetto del 1841 dell’architetto di giardini Peter Joseph Lenné, lo zoologo Martin Hinrich Lichtenstein, Alexander von Humboldt e l’Herr von Ladenberg, patrocinato da Friedrich Wilhelm IV, re di Prussia. Apre i battenti nel 1844.

La collezione di animali, esotici e locali, all’inizio molto modesta, si arricchisce progressivamente col passare degli anni. Bertolt Brecht visitò lo zoo poco dopo essere arrivato a Berlino e trovò “sensazionale” la distribuzione del rancio alle scimmie antropoidi.

Le prime bombe caddero sullo zoo l’8 settembre 1941. Il 22 novembre 1943 l’aviazione britannica uccise quasi 700 animali. Un altro attacco due giorni dopo. Il direttore parlò di una visone da inferno dantesco:

La casetta moresca dell’antilopein fiamme, sette elefanti sotterrati da lastroni di cemento, due “splendide giraffe” uccise, oltre a due scimmie e quindici scimmiette. I raid successivi colpirono i coccodrilli. Lutz Heck trovò un enorme pesce gatto che boccheggiava al suolo e lo rigettò in acqua. L’ardore furioso dei mambasmorzato dall’estremo rigore. Gli elefanti morti crearono problemi in quanto troppo pesanti da rimuovere e cominciarono presto a puzzare.

Ci fu però un risvolto positivo, in un periodo di ristrettezze alimentari:

“La carne ci usciva dalle orecchie. Molti degli animali commestibili vittime dei raid finirono in pentola. Particolarmente appetitose le code dei coccodrilli: appena scottate, avevano il sapore di pollo grasso. Cervi, bisonti e antilopi sfamarono uomini e bestie. Più tardi il prosciutto e le salsicce d’orso furono una speciale leccornia”.

Alcune voci si diffusero ben presto per Berlino. Si disse che dei leoni si aggirassero tra le rovine della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche. La giovane principessa russa émigré Missie Vassiltchikov raccontò che si era sparato su alcuni coccodrilli che si stavano gettando nella Sprea. Ursula von Kardorff temeva che una tigre potesse fare capolino da un momento all’altro nel West End; i burloni berlinesi ne approfittarono subito: si cominciò a raccontare che una di esse avesse cercato di trovare ristoro al Café Josty di Potsdamer Platz. Mangiò un pasticcino Bienenstich, andò a pancia all’aria e morì. I proprietari del Josty fecero causa ai diffamatori.

Quando arrivarono i russi, spararono all’ultimo gorilla. Nessuno ha mai capito bene perché. Tutti gli elefanti tranne uno erano morti. Un ippopotamo solitario nuotava lentamente nella propria vasca rossa di sangue. Il famoso Pongo, il gorilla più grosso d’Europa, giaceva morto sul pavimento di cemento della propria gabbia. Siam, l’elefante superstite, era impazzito per il rumore delle bombe e strombazzava ininterrottamente il proprio terrore. Le scimmie si rincorrevano tra le rovine e qualche uccello esotico volava da un albero all’altro cercando di fuggire dalle nuvole di acre fumo nero.

(Giles MacDonogh, Berlin, New York, St. Martin’s Press, 1998)

Ale

 

Lupo visto da Ale e Ale visto da Lupo. Ecco, fatto anche oggi il nostro chiasmo quotidiano

23 venerdì Mag 2003

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder, L'upo

≈ 3 commenti

Grazie, Dege!

Solo per adulti, ovvero: “BEWARE: Some of the graphic sexual imagery and iconoclastic ideology to be found on this site may not be suitable for people under the age of eighteen. Or over, for that matter”

22 giovedì Mag 2003

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder

≈ 8 commenti

16.05.03

“No Skin off my Ass”: il primo film della rassegna che l’Arsenal di Potsdamer Strasse dedica a Bruce LaBruce: canadese, regista, fotografo, scrittore e chissà cos’altro. Il produttore, tedesco, alla fine del discorso di presentazione ci ha chiesto: “Volete vedere la versione con l’audio sgangherato o quella con le scene di sesso tagliate?”. Il pubblico (critici cinematografici, froci solitari come il sottoscritto, tante ragazze, gay antipatici e signore del bel mondo, 3 dipendenti dell’ambasciata canadese che cofinanzia la rassegna, un’attrice tedesca del prossimo film di LaB) ha chiesto a gran voce di penalizzare l’udito e soddisfare la vista. “Lo sapevo. La versione integrale è già pronta sul proiettore”, ha concluso il cerimoniere.

Bianco e nero sgranatissimo, Super8 espanso a 16mm, doppiaggio fuori sincrono non per motivi avanguardistici ma perché gli è venuto così, ricorda i primi film di Paul Morrissey per la Factory di Warhol con un paio di eiaculazioni in più. Dietro la macchina da presa ci sono varie persone, tra cui B LaB e Gloria B. Jones, che nel film interpretano il parrucchiere punk e la sorella regista dello skinhead di cui si innamora il parrucchiere. Il film è incentrato sulla passione di quest’ultimo per le teste rasate. La colonna sonora è davvero una chicca: stupenda cover ska-core degli Operation Ivy di “These Boots Are Made for Walking”, Nico (era davvero lei?) che canta: “Deutschland, Deutschland über Alles…”, gruppi queercore che non conosco con canzoni tipo: “Slave to my Dick” e “Be a Fag!”. Una battuta da ricordare: la sorella dello skin non è contenta che il fratello sia uno skin ed è con grande soddisfazione che alla fine del film ci racconta che il parrucchiere gli ha fatto cambiare acconciatura: “He gave him a mohawk, then he gave him a blowjob”.

17.05.03, ovvero: “If it gets too boring, don’t worry, there’s a sex scene every 10 minutes”

“Super 8 ½”: secondo film di Bruce LaBruce. Meno interessante del precedente, più hard, guest star Vaginal Creme Davis (di cui non vedevo l’ora di avere un pretesto per lincare il sito: Buon Divertimento!) e il fotografo Richard Kern, 16mm, bianco e nero con ultimo atto a colori, il regista interpreta Bruce, attore e regista porno in declino, che fuma più del protagonista del film precedente: appena sveglio si accende una sigaretta ancora prima di scendere dal letto, tiene una sigaretta fra le dita mentre fa un pompino, riesce a tirare due boccate anche lavandosi i denti.

Non so se sia colpa del film, ma non mi sento molto bene.

Il discorso del produttore (ho scoperto che si chiama Jürgen Brüning) era meno ispirato: il film è stato proiettato al Sundance Film Festival e in un cinema porno della Beate Uhse qui a Berlino. Finito di parlare, il cerimoniere se ne va e prima che si abbassino le luci un signore dal pubblico si alza: sui 75, bella barba bianca, vestito di nero con una scarpetta bianca indossata tipo stola da prete, in mano un libretto e dei fiori di campo. Rivolge ai suoi compagni di sala un augurio, una specie di predica, non ho capito una parola, e poi si rimette a sedere. Ho pensato: questo è un fanatico che durante la proiezione ci farà fuori tutti con un uzi. Non l’ha fatto. Si è guardato il suo film con tutti noi tranquillo tranquillo. Che tenerezza. Che tristezza. Come dice Bruce nel film: “I feel so Joy Division”.

18.05.03

Questa sera “Hustler White”, regista presente in sala. Meno pornografico e più erotico dei precedenti (disdetta!). Se con “pornografico” intendiamo “fatto sul serio, non simulato”, allora c’è un bellissimo bacio pornografico tra B LaB e Tony Ward (protagonisti; T W è stato una fiamma di Madonna: si vede nel video di “Justify My Love”) sulla spiaggia. Vero e appassionato, seguito da scena finale (se si esclude l’immagine dopo i titoli di coda… poesia!) dei due che corrono mano nella mano sul bagnasciuga dell’oceano con gabbiani, che mi ha risollevato da un film che mi ha messo davvero tanta tristezza: sarà Los Angeles, sarà l’ambiente dei prostituti, sarà il personaggio di Piglet. Non so.

Il signor Brüning ci ha raccontato che in Germania questo film è stato distribuito nel grosso circuito e, lamentandosi della ristrettezza mentale dei suoi connazionali, ci ha informato che l’FSK (commissione tedesca per la censura cinematografica) l’ha vietato ai minori di 18 anni. Ci ha letto un estratto dal giudizio emanato dall’FSK: nel film vengono mostrate alcune pratiche sessuali che potrebbero turbare o spaventare un pubblico giovane, etero od omosessuale. Particolarmente dibattuta è stata inolte la scena in cui Tony Ward e un bambino di 2/3 anni fanno il bagnetto assieme giocando con dadi colorati e spruzzandosi d’acqua. La “censura” tedesca ha sollevato dei dubbi sulle possibili connotazioni ambigue della scena in questione. “Ora vi leggo”, ha continuato “cosa scrive invece a proposito della stessa scena l’Office of Film and Literature Classification (commissione neozelandese per la censura cine-letteraria), dopo averlo visionato per la proiezione in un festival nazionale”: la scena del bagnetto a nostro parere non dà adito ad ambiguità di interpretazione; il rapporto che unisce l’uomo e il bambino è chiaramente un rapporto di tenerezza nel quale i due giocano a un livello di parità; l’uomo partecipa con affetto e rispetto al gioco del bambino; la scena ha il pregio di presentare un’immagine positiva di un adulto gay che interagisce con un bambino. Fine citazione (a memoria). I neozelandesi, che popolo. Anche i tedeschi comunque non mi sentirei proprio di disprezzarli: in fin dei conti un bollino “18” non è questo atto esecrabile di censura liberticida. E poi che dire del fatto che una delle maggiori istituzioni di cultura cinematografica della capitale tedesca ha dedicato una retrospettiva all’opera di quest’uomo? Se fossi il signor Brüning non mi lamenterei tanto (questo lo dico perché sono abituato ad aspettarmi ben di peggio dall’Italia e quindi se fossi il signor Brüning forse mi lamenterei).

La scena di cui sopra è un chiaro riferimento a “Flesh” di P. Morrissey, dice sempre il produttore (lì era Joe Dallesandro a giocare nudo con un bambino: scena altrettanto tenera). Come Dirk Bogarde/Gustav von Aschenbachdi “Morte a Venezia” che cola tinta per capelli sulla spiaggia del Lido guardando il suo Tadzio deve aver ispirato Bruce LaBruce/Jürgen Anger, al quale in “Hustler White” succede la stessa cosa mentre amoreggia con Tony Ward. In “Super 8 ½” Bruce-attore-regista-di-film-porno dice: i critici sostengono che i riferimenti a capolavori della storia del cinema presenti nelle mie opere siano degli “hommage, collage, [e un’altra parola che finisce in –age che non ricordo]”; in realtà, “I stole those scenes. Why? Because I’m busy”. E, vagando per casa come un sonnambulo, tra pile di piatti e tazze da lavare e cumuli di mozziconi di sigaretta che neanche nel parcheggio di un qualsiasi autogrill italiano mediamente frequentato se ne trovano tante, conclude: “Un appartamento da mettere in ordine non è cosa da poco”.

Una domanda: il signor LaBruce non ha toccato una sigaretta né prima né dopo la proiezione. Eppure nell’atrio dell’Arsenal si può fumare. Ha smesso? Oppure solo i suoi alter ego cinematografici sono dei tabagisti selvaggi?

Una segnalazione: belle le cover di Shades Apart e Coil di “Tainted Love”.

Una nota: Tony Ward ha lavorato aggratis per questo film. Filantropo! E LaBruce ci ha anche raccontato che, quando lo contattò per fargli leggere la sceneggiatura, Madonna l’aveva da poco lasciato perché aveva scoperto, leggendo una cosa tipo “Esquire”, che era sposato e aveva forse anche un figlio.

Un’altra nota: quando ho raccontatoal signor LaBruce che il mio compagno di appartamento è fotografo di paesaggio, lui ha ribattuto: “Anch’io faccio fotografie [pausa] ma non di paesaggio”. Se vi capita di cercare il suo nome nel sito della galleria Peres Projects di Los Angeles…

19.05.03

“Skin Flick”, ultimo film della rassegna. Com’è che il signor Antonio Marziale non ha ancora preso me e Bruce LaBruce e ci ha caricati sulla prima nave per la Sardegna?

Non so esattamente come/cosa scrivere di questo film. È sicuramente il più bel film del regista-che-se-le-va-a-cercare, un livello nettamente superiore rispetto agli altri.

Il produttore ha parlato delle controversie che ne hanno accompagnato l’uscita, molto più cruente del solito. È stato duramente attaccato, fra gli altri, da un movimento politico di afrobritannici (è stato presentato a un festival cinematografico londinese) che l’ha giudicato razzista.

I temi trattati (con intelligenza e ironia): uno su tutti, il fascino che le figure autoritarie, il militarismo e la violenza esercitano su molti uomini gay; ma ce ne sono altri, altrettanto difficili (sto sudando): per esempio, l’omosessualità negli ambienti di estrema destra, la società multiculturale dentro e fuori i movimenti di estrema destra.

Da segnalare le poesie di Yaroslav Mogutin (poeta e giornalista russo che ha ottenuto asilo politico negli USA dopo essere stato cacciato dalla Russia, che nel film interpreta uno dei naziskin) lette dall’autore. Alcune sue opere si possono leggere qui (in russo. Qualcuno di voi sa il russo e mi fa sapere?).

Una nota: esiste anche una versione hardcore intitolata “Skin Gang”, prodotta dalla CazzoFilm di Berlino, e non dico altro, e non metto nessun link.

Un’altra nota: dopo la proiezione e uno scambio di battute pubblico-regista (fra cui l’intervento di una ragazza che ha delirato per mezz’ora sulla guerra in Iraq che, povera stella, non c’entrava molto) questa banda di folli ci ha mostrato in anteprima 20 minuti della prossima fatica del canadese: “The Raspberry Reich”. Vagamente ispirato alle avventure della RAF di Baader-Meinhof, parla di un gruppo di terroristi rossi la cui leader, convinta che alla Rivoluzione si arrivi solo partendo da una rivoluzione sessuale, obbliga i suoi compagni maschi etero a scopare tra di loro. Ok, basta.

Ringraziamenti: Ale ringrazia Camilla per avergli fatto cadere l’occhio sul programma di maggio dell’Arsenal che aveva in casa da giorni ma non aveva ancora guardato.

Bruce LaBruce ringrazia Ale per avergli regalato le proprie copie degli ultimi due “speed demon”.

Ale ringrazia Bruce LaBruce per averlo invitato al bar e si scusa per essere stato un po’ mona e non esserci andato.

Bruce LaBruce ringrazia Camilla per aver fatto la pipì non proprio sul suo zaino ma lì vicino.

Ale

Caro Lupo, come va oggi nel Bel Paese?

22 giovedì Mag 2003

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder

≈ 1 Commento

Per mettermi dell’umore giusto e per fare un po’ di atmosfera mentre preparavo il post su Bruce LaBruce ieri mi sono comperato “Alpha Motherfuckers. A Tribute to Turbonegro”. Alcune canzoni sono un po’ troppo metal per i miei gusti, ma altre sono davvero belle. Riesci a visualizzarmi mentre ballo in cucina o in camera mia (se non voglio che i bambini della scuola di fronte mi vedano) canzoni come “Denim Demon”, “Rendezvous With Anus”, “Sailor Man”, “He’s A Grungewhore”, “Good Head”, “Hobbit Motherfuckers”, “(I fucked) Betty Page” o “Suburban Anti-Christ”? Preferisci rimuovere subito l’immagine che si è formata nella tua testa? Ti capisco. Tra i gruppi che hanno reso omaggio ai T ci sono anche i Ratos de Porao, che se non ricordo male ti piacciono. Sono quelli che hanno suonato anche a Udine?

Ale

Gender Studies

21 mercoledì Mag 2003

Posted by tlupo in Ale, Fu Splinder

≈ 5 commenti

Io e Gabj da Potsdamer Platz e Schlesisches Tor (20′ circa in bici) sotto una pioggia torrenziale per bere un caffè al Kloster dopo il cinema e prima di andare a nanna.

Abbiamo ordinato due caffelatte grandi, che qui ti servono in una scodella e ricoprono di schiuma di latte e cacao in polvere come fosse un cappuccino. Kay, il barista più dolce e carino del Kloster, ha disegnato con il cacao una G sulla schiuma di Gabj e una A sulla mia. Sia io che la mia amica abbiamo atteso a lungo prima di affrontare il nostro Milchkaffee, perché ci dispiaceva rovinare quell’amorevole opera di artigianato. Abbiamo superato l’ostacolo in modo diverso.

Gabj ha dissolto la G nella schiuma facendo una serie di spirali con la punta del ucchiaino e poi ha bevuto il primo sorso. Io ho raccolto la schiuma sotto la A con il cucchiaino in due tempi e l’ho mangiata. Poi ho bevuto.

Come lo vogliamo interpretare?

Ale

Bruce

18 domenica Mag 2003

Posted by tlupo in Fu Splinder, L'upo

≈ 7 commenti

Ale è lì fuori da qualche parte a “bere qualcosa” con Bruce LaBruce. Che dire?

Ok! Basta che non me lo porti a casa.

Lupo

Hilfe! Help me! Aiuto! Aidez-moi!

16 venerdì Mag 2003

Posted by tlupo in Fu Splinder, L'upo

≈ 6 commenti

Programma per le prossime settimane: arrivo a Treviso mercoledì 21 e, in seguito, rimbalzare tra Udine, Treviso e Milano col seguente scopo:

– farsi consegnare dalla relatrice la versione definitiva della tesi;

– stampare la tesi;

– farsi firmare n.1 copia della tesi dalla relatrice;

– consegnare la tesi.

Tutto ciò entro il 4 giugno. Il 5 giugno prendere aereo da Venezia (sbirciata al nuovo areoporto di Frank O’ Ghery) in direzione Atene per partecipare alla BJCEM. Come immagino che sarà questa Biennale? Così: io, e gli altri invitati che prenderanno la cosa seriamente, e quindi non saranno a prendere il sole in cima all’Acropoli, seduto ad una scrivania per circa otto ore al giorno sotto la splendida illuminazione dei neon, attendendo che qualcuno si dimostri interessato a ciò che faccio. Aspettando, leggo. Otto ore al giorno per dieci giorni fanno potenzialmente un fottio di pagine lette. Si, ma di cosa? Ecco, qui si leva il mio grido d’aiuto. La mia idea iniziale era Demoni. Ma poi ho pensato a quattro – sei libri, che siano reperibili con una certa facilità (non avrò così tanto tempo per cercarli) ma SOPRATTUTTO che si possano leggere anche con POCHE ore di sonno alle spalle (voglio dire, la notte, mi vorrete far respirare l’aria della notte di Atene). Mi aiutate?

PS: VOI, potenti su tutta la blogosfera, diffondereste, per favore, questo grido d’aiuto?

Lupo

Come ti chiami? E perché?

15 giovedì Mag 2003

Posted by tlupo in Fu Splinder, L'upo

≈ 2 commenti

Partecipate tutti all’inchiesta di Squonk! Su, dai, che son curioso.

Questo è Squonk promotore dell’inchiesta:

immagine presa da qui.

 

← Vecchi Post

Articoli recenti

  • Io che di solito non amo gli elogi della lettura mi trovo ora a scriverne accidentalmente uno
  • Queste mattine a svegliarmi è quasi sempre una scossa di terrore panico
  • “Al netto di” è il nuovo “piuttosto che”
  • Tornando a casa dal cinema…
  • Un po’ di foto

Archivi

  • novembre 2017
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Mag 2016
  • febbraio 2016
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • luglio 2015
  • giugno 2015
  • Mag 2015
  • aprile 2015
  • marzo 2015
  • dicembre 2014
  • novembre 2014
  • ottobre 2014
  • settembre 2014
  • luglio 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • gennaio 2014
  • dicembre 2013
  • novembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013
  • agosto 2013
  • luglio 2013
  • giugno 2013
  • Mag 2013
  • aprile 2013
  • marzo 2013
  • febbraio 2013
  • gennaio 2013
  • dicembre 2012
  • novembre 2012
  • ottobre 2012
  • settembre 2012
  • agosto 2012
  • giugno 2012
  • Mag 2012
  • aprile 2012
  • marzo 2012
  • febbraio 2012
  • gennaio 2012
  • dicembre 2011
  • novembre 2011
  • ottobre 2011
  • settembre 2011
  • giugno 2011
  • Mag 2011
  • luglio 2010
  • giugno 2010
  • Mag 2010
  • aprile 2010
  • marzo 2010
  • febbraio 2010
  • gennaio 2010
  • dicembre 2009
  • novembre 2009
  • ottobre 2009
  • settembre 2009
  • agosto 2009
  • luglio 2009
  • giugno 2009
  • Mag 2009
  • aprile 2009
  • marzo 2009
  • febbraio 2009
  • dicembre 2008
  • ottobre 2008
  • settembre 2008
  • agosto 2008
  • luglio 2008
  • giugno 2008
  • Mag 2008
  • aprile 2008
  • marzo 2008
  • febbraio 2008
  • gennaio 2008
  • dicembre 2007
  • novembre 2007
  • ottobre 2007
  • settembre 2007
  • agosto 2007
  • luglio 2007
  • giugno 2007
  • Mag 2007
  • aprile 2007
  • febbraio 2007
  • gennaio 2007
  • dicembre 2006
  • novembre 2006
  • settembre 2006
  • agosto 2006
  • luglio 2006
  • giugno 2006
  • Mag 2006
  • aprile 2006
  • marzo 2006
  • febbraio 2006
  • gennaio 2006
  • dicembre 2005
  • novembre 2005
  • ottobre 2005
  • settembre 2005
  • agosto 2005
  • luglio 2005
  • giugno 2005
  • Mag 2005
  • aprile 2005
  • marzo 2005
  • febbraio 2005
  • gennaio 2005
  • dicembre 2004
  • novembre 2004
  • ottobre 2004
  • settembre 2004
  • agosto 2004
  • luglio 2004
  • giugno 2004
  • Mag 2004
  • aprile 2004
  • marzo 2004
  • febbraio 2004
  • gennaio 2004
  • dicembre 2003
  • novembre 2003
  • ottobre 2003
  • settembre 2003
  • agosto 2003
  • luglio 2003
  • giugno 2003
  • Mag 2003
  • aprile 2003

Categorie

  • Ale
  • Fu Splinder
  • L'upo

Amici

  • from Splinder by Marco

E, naturalmente, anche hetero positive

Condividete e mangiatene tutti! Linkando la fonte, ovvero il nostro blog

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 Unported License.

SCRIVETEMI/CI aka KONTAKT aka IF YOU WANT TO CONTACT US…

ale_von_stadtschaft at libero dot it

Crea un sito o un blog gratuitamente presso WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie